Vediamo in quali casi si possono richiedere i permessi per malattia del figlio, come funzionano e da quali leggi sono regolati.
I permessi per la malattia del figlio sono dei periodi di congedo garantiti ai genitori lavoratori nel caso in cui uno dei figli debba stare a casa per malattia. Questo congedo viene consentito per periodi di tempo variabili in funzione dell’età dei figli, vediamo come funziona esattamente il permesso e quali leggi tutelano questo diritto.
Congedo per la malattia del figlio: la legge
Insieme alle misure a sostegno della maternità come la maternità obbligatoria e quella anticipata in caso di gravidanza a rischio, ci sono anche misure che sostengono i genitori in caso di malattie dei figli. L’articolo 47 del decreto legislativo n°151 del 2001 contiene le disposizioni per i permessi per malattia del figlio. Secondo questo articolo entrambi i genitori possono astenersi dal lavoro e richiedere quindi un permesso per la durata delle malattie di ciascun figlio. È importante che il permesso sia richiesto alternativamente dai genitori, inoltre bisogna rispettare anche delle limitazioni in base all’età dei figli.
Nel caso di bambini di età inferiore ai tre anni, il permesso viene garantito per tutta la durata della malattia. Non ci sono, quindi, in questo caso dei limiti di tempo. Invece, per figli di età compresa tra i tre e gli otto anni, il limite dei giorni di permesso è di cinque giorni lavorativi all’anno.
Permesso malattia bambino INPS: come funziona
Per richiedere il permesso è necessario che il genitore invii una certificazione medica stilata dal medico curante (convenzionato o facente parte del SSN). Il certificato medico può anche essere inviato telematicamente direttamente dal medico curante. È importante anche che l’altro genitore non abbia richiesto il periodo di congedo nelle stesse date e per lo stesso motivo.
Durante il periodo di congedo i genitori hanno ugualmente il diritto di ricevere il versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. La contribuzione figurativa viene stabilita secondo quanto indicato nell’articolo 49 del decreto legislativo n°151 del 26 marzo 2001.